Che cos'è la scabbia, malattia contagiosa

La scabbia è una malattia contagiosa della pelle dovuta alla presenza di un parassita nell' epidermide: un acaro, il Sarcoptes Scabiei. La scabbia è nota sin dall'antichità: la presenza di un animaletto nelle lesioni cutanee era probabilmente conosciuta da Aristotele, fu nel 1834 che uno studente còrso, il Renucci, dimostrò davanti a medici famosi, nel più glorioso ospedale parigino di malattie cutanee, la presenza del parassita nelle lesioni epidermiche.

Com'è fatto, come vive e si sviluppa il parassita della scabbia? Ha un corpo ovoidale, piatto, giallastro, con quattro paia di zampe, alcune provviste di ventose, altre di spazzole. È grande «la 0,8 a 0,4 millimetri. Il maschio è più piccolo della femmina: misura circa la metà. La femmina, alla quale soprattutto si deve l'infezione, procede sotto lo strato più esterno della cute, lo strato corneo, formando delle gallerie o cunicoli. Depone da due a cinque uova al giorno, dalle quali nello spazio di sette-otto giorni nascono le larve che lasciano il cunicolo e si annidano in minuscole cellette sulla superficie della pelle. Le larve che hanno solo tre paia di zampe si trasformano in ninfe le quali dopo 2 « mutazioni » diventano parassiti adulti, maschi e femmine. I parassiti abbandonano durante il giorno, ma soprattutto di notte, le loro abitazioni e vagano sulla cute; nel corso di queste peregrinazioni il maschio scopre la femmina e si accoppia. Il ciclo completo da uovo a uovo dura in media 28 giorni.

I SINTOMI, LE CARATTERISTICHE E LE SEDI DELLE LESIONI DELLA SCABBIA:
il periodo di latenza tra contagio e inizio della malattia varia da pochi giorni a parecchie settimane. Il primo segno è un prurito violento, insopportabile durante la notte in corrispondenza delle escursioni dei parassiti. Inizialmente esso è localizzato presumibilmente nel luogo del contagio; si generalizza poi rapidamente, risparmiando però il viso, il cuoio capelluto e il collo. È piuttosto comune che il prurito interessi altri membri della famiglia o della comunità, è un utilissimo campanello di allarme, che va attentamente valutato. L'eruzione è formata da due tipi di lesioni:
a) Lesioni, non specifiche: si tratta di piccole rilevatezze (papule) rosse, escoriate, ricoperte da crosticine siero ematiche. Le strie da grattamento sono poco numerose, certamente minori di quelle delle infestioni da pidocchi. A volte si notano lesioni orticarìoidi ed eczematose.
b) Lesioni specifiche: non sono sempre evidenti; occorre cercarle con pazienza e metodo. Sono le « gallerie o cunicoli », scavate dalla femmina nel suo cammino nello strato corneo. Si tratta di linee tortuose, spesso interrotte, fini come se fossero tracciate dalla punta di una matita. Sono lunghe da mezzo a un centimetro, di colorito grigio-rossastro. Nella galleria, a una estremità si nota una rilevatezza : l'eminenza acarica in cui si trova il parassita, che può essere snidato con un ago sottile; il resto del cunicolo è occupato dalle uova, dalle larve e dagli escrementi.
Le altre lesioni specifiche sono vescicole perlacee, trasparenti, poco rilevate, localizzate per lo più negli spazi interdigitali e meno specifiche delle gallerie.Le sedi delle lesioni sono caratteristiche: gli spazi interdigitali, il palmo della mano, la pianta dei piedi, le ascelle, i seni, la regione pcriombelicale, il glande. La faccia è sempre indenne e il dorso è in genere rispettato.

L'EVOLUZIONE E LE COMPLICAZIONI
La scabbia deve essere affrontata molto energicamente e con tempestività; non c'è, infatti; nessuna speranza che possa guarire da sola, anche se a lungo andare il malato può essere indotto a crederlo, perché il prurito diminuisce di intensità.
Le complicazioni più frequenti sono le infezioni da germi piogeni e l'eczema, che si impiantano con facilità sulle lesioni scabbiose. La terapia per la scabbia è farmacologica con soluzioni a base di lindano, benzoato di benzile, permetrina al 5%, importante la disinfestazione del vestiario.