Il ciclo delle mestruazioni, ipomenorrea e ipermenorrea

Normalmente le mestruazioni si succedono regolarmente ogni ventotto giorni. Vi sono dei casi però in cui questo ritmo non viene rispettato: quando si verifica un raccorciamento dell'intervallo
fra una mestruazione e l'altra, si parla di proiomenorrea, mentre quando si osserva un aumento dell'intervallo fra le mestruazioni, si parla di opsomenorrea. Sia la diminuzione sia l'aumento
dell'intervallo fra le mestruazioni, però, non hanno significato patologico di per se stessi: è possibile infatti che donne presentino tali modificazioni fin dalla pubertà. In questi casi tali
modificazioni del ritmo mestruale, se così le possiamo chiamare, sono del tutto fisiologiche. Diventano segno di alterazioni del meccanismo regolatore del ciclo mestruale se invece compaiono in donne che per un certo periodo di tempo hanno presentato intervalli regolari fra una mestruazione e l'altra.
In altre parole, ciò che ha significato patologico è il fatto che gli intervalli fra le mestruazioni non siano regolari. Generalmente queste alterazioni non si presentano isolate, ma sono accompagnate anche da alterazioni della quantità e della durata delle mestruazioni.
L'irregolarità degli intervalli fra le mestruazioni è segno o di irregolarità dell'ovulazione (a sua volta legata a irregolarità della funzione ipofisaria), oppure a irregolar sensibilità
dell'endometrio agli stimoli degli estrogeni e del progesterone.
Per poter determinare con precisione l'alterazione che si trova alla base di questi disturbi sono necessari prolungati esami clinici, in modo che la terapia possa intervenire nel modo più efficace
possibile.

ALTERAZIONI DELLA QUANTITÀ DELLE MESTRUAZIONI
La quantità di sangue eliminata a ogni mestruazione si aggira sui 100-200 grammi: quando tale quantità diminuisce, si parla di ipomenorrea, mentre quando aumenta, si parla di ipermenorrea.
Se la quantità aumenta in modo molto considerevole, tale da assumere l'aspetto di una vera e propria emorragia, si parla allora di menorragìa. Queste variazioni quantitative si accompagnano anche con variazioni della durata del flusso mestruale: la ipomenorrèa è associata con una diminuzione della durata (oligomenorrea), mentre la ipermenorrea con aumento della durata del flusso (polimenorrea).
Le cause che la determinano sono simili a quelle che intervengono nel produrre l'amenorrea: esse sono essenzialmente legate a disfunzioni ovariche e uterine. Tra le disfunzioni ovariche ricordiamo soprattutto una insufficiente produzione di ormoni estrogeni, i fenomeni regressivi a carico dell'ovaio in seguito a processi infiammatori e l'infantilismo ovarico. Sulla funzione ovarica possono poi riflettersi anche alterazioni endocrine ipofisarie o tiroidee.
Quando la causa dell'ipomenorrea risiede nell'utero, entrano in gioco soprattutto le lesioni dell'endometrio in seguito a interventi operativi, oppure la diminuzione della sensibilità dell'endometrio agli stimoli ovarici.
L'ipomenorrea non rappresenta un disturbo grave: tuttavia non deve essere trascurata. La cura, come in tutti i disturbi della mestruazione, non deve essere diretta semplicemente a far scomparire il segno più evidente (cioè l'alterazione della mestruazione), ma deve essere indirizzata verso la causa prima che lo ha determinato: la regolarizzazione della mestruazione è la conseguenza della sua eliminazione.

LA IPERMENORREA E LA MENORRAGIA
Se da un lato non è possibile fare una netta distinzione tra ipermenorrea e menorragia da un punto di vista clinico, dall'altro lato non è possibile neppure stabilire una differenza tra le cause che determinano queste disfunzioni. Il motivo per cui la quantità di sangue eliminata con la mestruazione è supcriore alla norma e il flusso si protrae per un periodo maggiore sta essenzialmente nel fatto che esiste un'alterazione della capacità dell'utero di frenare la fuoruscita del sangue (emostasi), al momento del distacco dello strato funzionale della mucosa.
Se esiste una congestione della mucosa uterina alla quale si somma quella fisiologicamente dovuta alla mestruazione, è evidente che i mezzi di emostasi saranno insufficienti.
D'altra parte se la capacità contrattile del miometrio è minore della norma, i fasci muscolari attraverso cui passano le arterie destinate all'endometrio non saranno in grado di comprimerle a sufficienza al momento del distacco dello strato funzionale: una certa quantità di sangue continuerà quindi a passare attraverso esse, e ciò si manifesterà all'esterno con un aumento della quantità e della durata del flusso mestruale.
Se poi esiste una malattia generale che determina una diminuzione della coagulabilità del sangue, questa si manifesterà anche con alterazioni a carico del ciclo mestruale.
La prima evenienza si verifica negli stati in cui l'endometrio è congestionato in seguito a processi infiammatori acuti (endometriti), a prolasso o a retrodeviazione dell'utero (che spesso sono causa di stasi venosa nell'utero), a fibroma a sede sottomucosa o interstiziale, a polipi dell'endometrio o del collo dell'utero, a tumori maligni dell'utero, a cndometriosi, a tumori di altri organi addominali che esercitano compressione o determinano stasi venosa nell'utero.
Un eccessivo stato di congestione dell'endometrio può essere determinato anche da alcuni atteggiamenti obbligati che vengono presi per ragioni di lavoro (ad es. cucire a macchina per periodi prolungati), dalla pratica di sport violenti, dagli strapazzi sessuali.
Una diminuzione della capacità contrattile della muscolatura si ha nel caso di insufficiente sviluppo uterino, e nella fibrosi: in queste condizioni si verifica un aumento del tessuto connettivo rispetto al tessuto muscolare, che vede cosi diminuita la sua capacità di azione.
Anche alterazioni della funzionalità ovarica possono determinare ipermenorrea. Nel caso di una eccessiva produzione di estrogeni, la mucosa uterina si arresta in fase piolilerativa, le ghiandole diventano molto voluminose, e lo spessore della mucosa diviene considerevole. Mancando la stimolazione prodotta dal progesterone, non avviene il passaggio alla fase secretiva, e non si verifica una regolare mestruazione; tuttavia, a un certo momento, la mucosa inspessita va in necrosi e si sfalda, determinando una considerevole perdita di sangue. Nel caso invece che si verifichi un'insufficiente produzione di estrogeni, il meccanismo con cui si verifica l'ipermenorrea è completamente diverso: la scarsezza di estrogeni è causa di un insufficiente sviluppo della muscolatura uterina, e questo fatto è a sua volta causa della diminuzione dell'emostasi. Anche un eccesso di progesterone può determinare ipermenorrea.
Tra le malattie generalizzate che si ripercuotono sulla funzione mestruale, determinando ipermenorrea, ricordiamo le malattie del sangue che causano una diminuzione della sua coagulabilità: la porpora trombopenica; le leucemie: le malattie di cuore; l'ipertensione arteriosa; alcune malattie infettive, nelle quali le tossine prodotte dai germi patogeni causano lesioni ai capillari della mucosa dell'utero.