Lo scompenso cardiaco: l'edema polmonare

L'edema polmonare è la crisi di scompenso acuto del ventricolo sinistro. Spesso, secondo le condizioni morbose che hanno determinato lo scompenso, può essere maggiormente leso l'uno o l'altro dei ventricoli cardiaci. Se la diminuita capacità di contrazione interessa maggiormente il ventricolo sinistro, si può creare una situazione di questo tipo: al cuore arriva, attraverso le vene che raccolgono il sangue proveniente da tutto l'organismo, una notevole quantità di sangue; il ventricolo destro riesce a spingerlo nei polmoni; quando però il sangue, superata la barriera polmonare, raggiunge il ventricolo sinistro, questo non ha la forza di convogliarlo tutto nell'aorta. Si determina cosi un ristagno di sangue al di sopra del ventricolo sinistro, cioè nell'albero polmonare; si verifica in altri termini una congestione acuta polmonare. Si scatena allora una crisi di dispnea (difficoltà di respirazione), crisi che va sotto il nome di asma cardiaco. Se la crisi non cessa rapidamente, dai capillari polmonari, sofferenti per l'eccessivo carico sanguigno e per la deficienza di ossigeno cui sono sottoposti, incomincia a uscire del liquido che, riempiendo gli alveoli polmonari, impedisce lo svolgimento dei normali scambi gassosi tra sangue e aria: viene a diminuire in tal modo il carico di ossigeno da parte del sangue. È questo l' edema polmonare. La difficoltà respiratoria in questo caso aumenta, divenendo un'angosciosa lotta da parte del paziente contro l'asfissia.
L'accesso si scatena con maggiore frequenza durante la notte per il più forte afflusso di sangue al cuore a causa della posizione supina. Manca cioè lo scarico del sangue verso le regioni declivi dell'organismo, che il paziente provoca stando seduto, specie se tiene le gambe a terra. A ciò si aggiungono fenomeni riflessi, di grande importanza per lo scatenarsi dell'attacco. La crisi è in genere drammatica, ma agevolmente controllabile con i farmachi a disposizione. Naturalmente sarà tanto più facile risolverla, quanto meno grave sarà la compromissione cardiaca di fondo. La sintomatologia regredisce comunque, nella maggior parte dei casi, entro breve tempo, lasciando il paziente stanchissimo.
Le cause dello scompenso cardiaco sono da ricercare in tutte le malattie cardiache che abbiano determinato notevoli lesioni a carico del cuore. È inutile quindi starle ad elencare, tra le più frequenti, i vizi cardiaci, quali la stenosi e l'insufficienza mitralica (cioè della valvola che mette in comunicazione l'atrio con il ventricolo sinistro) e la stenosi e l'insufficienza aortica (cioè delle valvole semilunari dell'aorta). I vizi però non si instaurano da soli; possono essere causati dalla lue, da altre malattie infettive, ma soprattutto dal reumatismo. Combattendo questo, quindi, si combatte lo scompenso nel miglior modo possibile: prevenendolo.
Un'altra causa molto più difficile da prevenire, almeno fino ad oggi, è l'arteriosclerosi che può colpire tutti i distretti dell'organismo; rendendo le arterie dure e anelastiche, essa sottopone il cuore a un superlavoro, ma soprattutto, interessando anche le arterie coronarie, diminuisce l'afflusso di sangue, e quindi di ossigeno, al cuore. A lungo andare il cuore risente gravemente di questo stato di cose finchè si cade nello scompenso.
Le miocarditi e l'ipertiroidismo sono anch'essi in causa con una certa frequenza.